Asilo

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Il concetto di “asilo” viene elaborato dal sociologo canadese Erving Goffman nel libro “Asylums. Le istituzioni totali: i meccanismi dell’esclusione e della violenza” ( versione in italiano: Einaudi, 2010).

A partire dall’età moderna, dopo la metà del 1600 circa, sorgono in tutta Europa dei luoghi deputati ad internare le persone considerate devianti, tra cui le persone che hanno commesso crimini e i malati di mente. Secondo Goffman essi non sono dei luoghi di custodia e recupero, ma istituzioni totali governate dalla violenza, anziché dalla legge, e finalizzate esclusivamente al controllo dei corpi.

Nel clima sociale e intellettuale degli anni '50 e '60, l'opinione pubblica stava iniziando a sfidare l'approccio tradizionale alla salute mentale. La psichiatria istituzionale stava subendo una profonda revisione, e "Asylums" è emerso in questo contesto come un contributo fondamentale alla critica delle strutture esistenti. Goffman non è solo un osservatore esterno; ha trascorso del tempo all'interno di vari asili psichiatrici per ottenere una comprensione diretta della vita quotidiana dei pazienti e degli operatori. Nel panorama della sociologia e della psicologia, pochi testi sono stati in grado di gettare una luce così puntuale sulla natura dell'istituzionalizzazione e della salute mentale come questo testo. Pubblicato per la prima volta nel 1961, questo libro dai tratti rivoluzionari ha fornito un'analisi pionieristica del funzionamento degli asili psichiatrici e delle dinamiche interpersonali che si sviluppano all'interno di tali istituzioni. Attraverso una lente critica, Goffman guida il lettore nel cuore delle esperienze dei pazienti e degli operatori degli asili, svelando i meccanismi di potere, controllo e identità che viziano irreversibilmente questi luoghi.

Uno dei concetti centrali di "Asylums" è la nozione di "istituzione totale". Goffman descrive gli asili come luoghi dove le barriere tra vita pubblica e privata si sfumano, e dove le persone vengono sottoposte a un intenso controllo e supervisione. La struttura stessa dell'istituzione determina la routine e l'identità dei suoi abitanti, spingendoli a conformarsi a ruoli e comportamenti predeterminati. La metafora dell’ “istituzione totale" evidenzia l'isolamento e la deprivazione di autonomia che spesso caratterizzano la vita in tali ambienti e che sottraggono non solo la libertà di espressione delle persone, ma soprattutto le loro caratteristiche identitarie.

Goffman all’interno del libro esplora anche il concetto di "stigma" e la sua influenza sulla formazione dell'identità dei pazienti. Egli sostiene che gli individui all'interno degli asili sono spesso etichettati e definiti dalle loro malattie mentali, riducendoli a meri "schizofrenici" o "maniaco-depressivi". Questa etichettatura clinica, afferente all’esclusivo mondo della diagnostica, può avere effetti duraturi sulla percezione di sé e sulla capacità e possibilità di reintegrarsi all’interno della società una volta usciti dalla struttura istituzionale. Goffman sfida apertamente la società con l’obiettivo di spingerla in un’osservazione attenta del reale, oltre l'etichetta socialmente attribuita e a considerare l'individuo nella sua interezza.

Un'altra analisi affascinante di Goffman riguarda la "drammaturgia" che si svolge negli asili. Egli sottolinea come pazienti e operatori si impegnino in una sorta di performance sociale, seguendo script e ruoli predefiniti. Ad esempio, gli operatori possono assumere il ruolo di "dottori" che detengono il potere decisionale, mentre i pazienti devono sottomettersi alle loro istruzioni. Questo gioco di ruoli contribuisce a mantenere l'ordine all'interno dell'istituzione, ma può anche perpetuare dinamiche disfunzionali.

"Asylums" ha avuto un impatto duraturo sulle discipline della sociologia, della psicologia e della salute mentale. Ha spinto gli studiosi a interrogare il concetto stesso di istituzionalizzazione e ha aperto la strada a una maggiore attenzione alle questioni di potere, controllo e identità all'interno delle strutture sanitarie. Il libro ha anche alimentato il movimento per la riforma della salute mentale, contribuendo a un cambiamento significativo nelle pratiche di trattamento e nell'approccio alla cura dei pazienti.