Domiciliarità innovativa

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L’innalzamento dell’età media della popolazione è un problema sempre più rilevante. Le persone anziane, a causa di malattie o per l’incedere dell’età, possono trovarsi in condizioni di scarsa autonomia. Le problematiche, spesso di natura complessa, molto spesso insistono sulla maggior parte, se non sulla totalità, delle attività di gestione o produzione della propria vita quotidiana. I progetti di Domiciliarità Innovativa si prefiggono l’obiettivo di evitare la collocazione della persona non autosufficiente all’interno di un istituto come può essere la casa di riposo.

Laddove vi sia una condizione di completa invalidità, con una richiesta di assistenza molto elevata, l’istituzionalizzazione può in alcuni casi essere molto difficile da evitare o addirittura necessaria. Esiste però una moltitudine di casi nei quali l’istituzionalizzazione non sarebbe necessaria e si potrebbe superarla attraverso progetti tarati maggiormente sul bisogno delle persone.

Gli interventi di Domiciliarità innovativa, come chiarito dalle linee guida regionali, “si propongono di realizzare, in alternativa alle tradizionali residenze per anziani non autosufficienti e per persone con disabilità, forme abitative sperimentali, destinate a riprodurre un ambiente di vita assimilabile a quello familiare“.

La Regione Friuli Venezia Giulia ha incentivato, nel tempo, una serie di misure di welfare alternative all’istituzionalizzazione. Già nella Legge Regionale n. 10/1998 “in materia di tutela della salute e di promozione sociale delle persone anziane“, tra i mezzi per realizzare la finalità di “favorire il riconoscimento ed il rispetto dei diritti delle persone anziane“, anche “attraverso la valorizzazione del ruolo dell’anziano“, veniva evidenziata l’importanza della permanenza dell’anziano nel proprio contesto familiare e sociale e il suo pieno coinvolgimento, nonché della sua famiglia, nei percorsi di assistenza. Dentro a questo perimetro si collocano le linee guida per le sperimentazioni dell’“abitare possibile” e della “domiciliarità innovativa”, approvate attraverso la Deliberazione della Giunta Regionale n. 671/2015 e revisionate con la Deliberazione della Giunta Regionale n. 2089/2017.

Il ristretto numero di ospiti è uno dei tratti maggiormente rilevanti nella domiciliarità innovativa. Alla standardizzazione, necessaria per la gestione di un alto numero di ospiti, viene sostituita un’attenzione particolare ai bisogni di ogni individuo. Il singolo ospite, dentro a queste strutture, non è più relegato ad una posizione marginale, ma diventa partecipe dell'organizzazione e della loro gestione. La domiciliarità innovativa richiede minori risorse e investimenti rispetto ad una residenza sanitaria con decine di posti letto e questo rende non solo sostenibile, ma anche possibile, l’avviamento di progetti in zone sia centrali sia periferiche del territorio regionale. La domiciliarità innovativa, offre la possibilità di evitare lo sradicamento dal territorio di appartenenza delle persone con problematiche di non autosufficienza e permette loro di mantenere le proprie amicizie e conoscenze.